Cosa non c’era in questo esame di Stato

I testi dell’esame di stato, per chi insegna al triennio del liceo scientifico, rappresentano un buon punto di partenza per una specie di esame di coscienza approfondito. Ci si chiede:
  • ho scelto bene gli argomenti da inserire nelle programmazioni annuali?
  • Il curricolo è stato ben progettato?
  • I tempi dedicati ai diversi argomenti sono stati adeguati in relazione al loro peso dentro i testi?
Mi sembra che le pretese abilità di calcolo richieste agli studenti vengano ridimensionate rispetto a qualche anno fa - e questo mi sembra un bene. In favore, ovviamente, di altre abilità: modellizzazione, interpretazione, gestione dei diversi registri semiotici, per esempio.
Ecco cosa non ho travato: i quintali di equazioni e disequazioni goniometriche che molti libri di testo infliggono agli studenti. Non troviamo nemmeno tutta la geometria analitica basata sullo studio delle coniche (studiate una dopo l’altra, con gli stessi esercizi ossessivamente ripetuti per ognuna di esse). La geometria analitica, in effetti, non la trovo già da un po’ nei libri di testo anglosassoni i quali la trattano solo per interpretare e saper leggere delle curve.
Devo dire di trovarmi d’accordo con l’impostazione di questi testi. La matematica trattata mi sembra molto più interessante e divertente.

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