In questo periodo le giornate sono così calde che anche mangiare una pizza intera può risultare troppo impegnativo.
In effetti, è buona norma lasciare il tavolo con un po' di appetito... questo lo sappiamo tutti. Ma come si fa?
Est modus in rebus!
Ma chi mi dice quale sia la misura? Come faccio a capire quando fermarmi?
A tavola, in pizzeria, proprio ieri sera, con mia figlia ho avuto una conversazione un po' più approfondita di quelle che si tengono di solito in contesti mangerecci.
Provo a descrivere la situazione.
Serata caldissima.
Arriva il cameriere e poggia davanti ad ognuno, sul tavolo, la propria bella pizza fumante.
Mi alzo subito per aiutare Maria Eleonora a tagliarla.
E mentre taglio diciamo insieme...
taglio in due... un mezzo,
ogni fetta ancora in due... un quarto.
ogni fetta ancora in due... un ottavo.
Otto fette... tutte uguali... come direbbe Hans Magnus Enzensberger nel Mago dei numeri, ecco i numeri saltellanti, ovvero la potenza di due.
M.E.: "Papà, la pizza non la mangio tutta... ne voglio la metà..."
Da buon papà però non mi limito a dirle: "mangia 4 fette". Perché mi fa piacere che mia figlia gusti la parte più condita.
E così ci chiediamo, io e mia figlia, qual è la corona circolare che devo eliminare in modo tale da dividere la pizza in due superfici equivalenti?
Mia figlia, ingenuamente, propone di tagliare il raggio della pizza in due. Ma si accorge subito che la pizza che mangerebbe sarebbe davvero troppo piccola.
Allora io mi metto a fare due calcoli... la metà si ha quando - considerando il raggio pari a uno - arrivo a radice di due su due... approssimando 0,7. Devo togliere, partendo dal bordo, il 30% del raggio. Poco più del bordo, allora.
In effetti, quindi, quando escludo il bordo della pizza (e non lo mangio) avrò mangiato solo mezza pizza!
Anti-intuitivo... ma vero!
In effetti, è buona norma lasciare il tavolo con un po' di appetito... questo lo sappiamo tutti. Ma come si fa?
Est modus in rebus!
Ma chi mi dice quale sia la misura? Come faccio a capire quando fermarmi?
A tavola, in pizzeria, proprio ieri sera, con mia figlia ho avuto una conversazione un po' più approfondita di quelle che si tengono di solito in contesti mangerecci.
Provo a descrivere la situazione.
Serata caldissima.
Arriva il cameriere e poggia davanti ad ognuno, sul tavolo, la propria bella pizza fumante.
Mi alzo subito per aiutare Maria Eleonora a tagliarla.
E mentre taglio diciamo insieme...
taglio in due... un mezzo,
ogni fetta ancora in due... un quarto.
ogni fetta ancora in due... un ottavo.
Otto fette... tutte uguali... come direbbe Hans Magnus Enzensberger nel Mago dei numeri, ecco i numeri saltellanti, ovvero la potenza di due.
M.E.: "Papà, la pizza non la mangio tutta... ne voglio la metà..."
Da buon papà però non mi limito a dirle: "mangia 4 fette". Perché mi fa piacere che mia figlia gusti la parte più condita.
E così ci chiediamo, io e mia figlia, qual è la corona circolare che devo eliminare in modo tale da dividere la pizza in due superfici equivalenti?
Mia figlia, ingenuamente, propone di tagliare il raggio della pizza in due. Ma si accorge subito che la pizza che mangerebbe sarebbe davvero troppo piccola.
Allora io mi metto a fare due calcoli... la metà si ha quando - considerando il raggio pari a uno - arrivo a radice di due su due... approssimando 0,7. Devo togliere, partendo dal bordo, il 30% del raggio. Poco più del bordo, allora.
In effetti, quindi, quando escludo il bordo della pizza (e non lo mangio) avrò mangiato solo mezza pizza!
Anti-intuitivo... ma vero!
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